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Stai pensando di diventare freelance ma non hai nessuna idea di dove incominciare?
È normale, ci siamo passati tutti quanti. È per questo che ho pensato di parlarti di una bella strategia per passare a freelance gradualmente, senza ansie e minimizzando i pericoli il più possibile.
Ci vediamo una strategia in 4 passaggi graduali per poterci costruire le basi per partire alla conquista della libera professione.
Poi vediamo come acquisire i primi clienti, dove trovarli e in che modo contattarli, fino ad arrivare al passaggio definitivo e diventare freelance.
1. Trova un lavoro fisso
Colpo di scena! Per diventare freelance devi trovare un lavoro fisso. Lo devi fare per 3 motivi fondamentali:
Hai bisogno di avere abbastanza soldi per poterti comprare il tempo necessario per costruire le basi della tua futura libera professione, senza la pressione di doverci campare immediatamente.
Acquisire delle competenze sul mercato che non potresti acquisire in nessun altro modo, neanche partendo subito come freelance. Mi riferisco al funzionamento della tua figura professionale al di là del servizio specifico che tu offri. Ad esempio il rapporto con i clienti, il rapporto con i fornitori, come ti vai a infilare all’interno della filiera.
Hai la panoramica di mappare la futura area di mercato in cui andrai a operare come libero professionista. Hai la possibilità di andare a vedere oltre il muro che ogni freelance ha, ovvero quello che succede una volta che il freelance ha consegnato il proprio lavoro. Se tu sei in agenzia hai un punto di vista privilegiato, perché hai la possibilità di vedere quello che fa il freelance, quello che viene recepito dall’agenzia, e quello che è il feedback del cliente.
L’ideale è quello di andare a trovare un posto fisso esattamente nello stesso mercato in cui vorremmo andare a operare. Il ruolo in questo caso non è così importante, perché la cosa che conta veramente è poter vedere gli altri freelance come lavorano.
Consigli operativi
Fai più domande possibili. Cerca di parlare con i clienti per capire i loro veri bisogni. Perché sono venuti a cercare quel servizio? Cosa stanno cercando nel profondo?
Poi cerca di parlare con i colleghi, cerca di capire in che modo tu puoi essere più utile nel rapportarti con un team e che cosa puoi fare per rendergli più semplice la funzione del tuo servizio.
E infine cerca di parlare con i freelance che lavorano per l’agenzia. Cerca di capire dove hanno incominciato, qual è stata la loro esperienza, come sono arrivati ad acquisire l’agenzia come cliente, che cosa ti possono passare della loro esperienza.
Sei nella condizione perfetta per poter imparare anni di freelancing tramite l’esperienza degli altri.
Portfolio
Questa fase ti fa anche un terzo regalo, che è quello di incominciare a farti costruire un portfolio professionale di lavori fatti sul mercato.
Questi progetti, rispetto a quelli per la scuola, hanno il vantaggio di essere stati fatti per dei clienti reali, e quel senso di consistenza i clienti futuri lo avvertiranno.
2 Acquisizione clienti
Capito come funziona il meccanismo e costruito già un portfolio rilevante, incominciamo a entrare nel vivo.
Andiamo a prendere per le corna il grande dubbio del libero professionista che sta incominciando: come fare per trovare il primo cliente che è disposto a pagare per i tuoi servizi.
Il network di livello 1
La risposta viene dal cosiddetto network di livello 1 ovvero amici, famiglia, parenti e conoscenti stretti. Quindi, per acquisire i tuoi primi clienti avvisa il tuo network di livello 1 che tu sei sul mercato, e che offri un determinato servizio.
Non temere se fra le tue conoscenze di livello 1 non c’è nessun potenziale cliente, è più che sufficiente che loro conoscano qualcuno a cui possono essere utili i tuoi servizi.
Attivando il tuo network di livello 1 attivi anche il network di livello 2, cioè tutte quelle persone che tu non conosci direttamente ma con le quali hai una conoscenza in comune.
Consigli operativi
Crea un incontro dedicato. Non buttarla lì a tuo cugina durante la cena di Natale. Invitali per un caffè o un aperitivo e digli che il motivo per cui li hai invitati è per informarli di questa cosa.
Rendigli semplice consigliarti. Organizza le tue competenze e il tuo portfolio all’interno di una presenza online su un social qualsiasi. Se invece hai già un sito internet tanto meglio, è la cosa migliore.
Resisti alla tentazione di proporti come generalista. Non proporti come grafico / illustratore / fotografo / animatore / filmmaker / social media manager / web designer / blogger. No! Offri un servizio che sia il più specifico possibile. Pensare di aumentare l’offerta per aumentare i potenziali clienti che puoi raggiungere è una trappola. Quello che ottieni soltanto è di sembrare un tuttofare che non sa fare veramente bene niente, che costa poco e che non è un esperto in nessun settore e che per questo è facilmente sostituibile. Gli arruffoni tuttofare si scelgono sulla base di chi costa meno e non di chi è più bravo.
(Se vuoi approfondire questa cosa, ne ho parlato in “come espandere il tuo portfolio senza fare danni al tuo brand”, in cui vado proprio nel dettaglio nell’analizzare i principi che ci sono tra potenza del brand e ampiezza dell’offerta).
3 Passa a part-time
Nel frattempo è passato un po’ di tempo da quando hai fatto la fase 2 e incominci ad avere i primi clienti. Molto bene, è giunto il momento di passare alla fase successiva, diventare part-time.
Adesso sei mezzo dipendente e mezzo freelance. Vai a parlare con la tua agenzia e fai presente la tua situazione e specialmente rassicurali sul fatto che il tuo impegno con loro non diminuirà assolutamente.
Se nel frattempo, nei mesi precedenti hai giocato bene le tue carte, sei riuscito a esprimere il tuo valore professionale e ti sei reso il più possibile indispensabile a loro, quello che potrebbe succedere è che potresti acquisire la tua stessa agenzia come nuovo fantastico cliente.
Questa situazione per alcuni professionisti può essere quel perfetto equilibrio che si può mantenere anche per anni. Si ha la stabilità che un lavoro fisso in agenzia ti offre, e allo stesso tempo hai modo per poter fare parte della tua carriera come freelance. Se questo è il tuo caso, allora ti puoi fermare anche a questa fase.
Se invece vuoi fare il libero professionista duro e puro, goderti l’esperienza completa dell’essere un pirata padrone del proprio vascello, allora non ti accontentare della fase 3 e passa alla fase successiva.
4 Passa a freelance full time
A questa fase ci arrivi nel momento in cui tutto il flusso di clienti che ti sei costruito lavorando part-time incomincia a richiedere più spazio.
Le modalità di passaggio sono le stesse che abbiamo visto quando sei passato a freelance part-time. Come sempre, se sei stato bravo nei mesi precedenti, riceverai i tuoi frutti, perché ancora una volta l’agenzia non ti vorrà perdere.
Non farli sentire abbandonati e non fargli scattare la sensazione che devono cercare qualcuno per poterti sostituire. Tu ci sei, soltanto dall’altra parte della barricata.
In questa fase dovrai impegnarti il più possibile a trovare degli altri clienti importanti quanto il primo, perché la situazione in cui un freelance vuole rimanere il meno possibile è quello di essere mono cliente. Questo perché se per qualsiasi motivo il rapporto con il cliente principale dovesse interrompersi non hai più introiti.
Le competenze da acquisire
In questa fase concentrati sull’acquisire 2 competenze fondamentali:
Diventare molto più bravo a tirare fuori il massimo dalle tue giornate. Devi diventare un maestro nella gestione del tuo tempo e della tua produttività. Il tempo che hai nel corso di una giornata è limitato, però la capacità di essere produttivi è qualcosa che puoi migliorare sempre di più.
Sviluppare le tue capacità commerciali per poter andare ad acquisire anche clienti di livello 3: persone che non conosci ancora e con cui non c’è nessun collegamento. Se ti interessa approfondire ho parlato di come acquisire i clienti di terzo livello in “clienti da sogno e come ottenerli”.
Conclusioni
Segui questi punti e anche tu sarai in grado iniziare a fare il freelance e diventare così uno di quegli indomiti esploratori che prendono il proprio destino nelle mani e sono pronti a partire per la loro personalissima conquista del mondo.
I miei migliori auguri, ci vediamo in alto mare!
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2. Pensare
Scotch = nastro adesivo; Frisbee = disco volante; e tanti altri. Ma pensiamo anche a delle persone fisiche che sono riuscite ad associarsi ad una parola specifica, come Michael Jordan (basketball), Greta Thunberg (ambiente), Pelè (calcio), Picasso (cubismo), Pollock (macchie), e così via. Se tutti questi fossero usciti dalle loro aree di competenza per esplorare nuovi stili, non sarebbero diventati quello che sono. Per non parlare poi di quei personaggi che sono così unici e innovativi da essere diventati loro stessi la parola di riferimento. Un esempio, Tim Burton, il suo stile è così particolare e unico che il suo nome è diventato riferimento stesso del suo stile. Quello che fa è la sua essenza, che è un po’ l’obiettivo ultimo di qualunque creativo, quello di avere uno stile che deriva dal tuo essere
Se Burton avesse deciso di utilizzare anche altri stili probabilmente non avrebbe avuto lo stesso successo. Conclusioni Questi erano esempi di geni che sono diventati maestri assoluti di uno specifico stile, ma per persone come noi? Non devi per forza diventare il Michelangelo del tuo campo. Quindi cosa puoi fare se senti di voler produrre qualcosa di diverso dal solito e per cui capisci che potrebbe anche avere un mercato? La soluzione è una e una soltanto… Devi creare un altro brand. Perché se decidete di aggiungere cose che non c’entrano con il tuo brand state solo andando a indebolire la vostra unicità nel mercato. E se perdete quella cosa che vi rende unici perché un cliente dovrebbe scegliere voi?